Il Rinascimento e la centralità dell'uomo

Prof.ssa Francomacaro | Osservandole con attenzione, è facile scoprire il modo in cui le monete che utilizziamo celebrano il Rinascimento italiano. Il simbolo che compare sulla moneta da 1 euro, ad esempio, è l'"Uomo Vitruviano" di Leonardo Da Vinci. Il collegamento con il rinascimento è il fatto che l'autore del disegno è Leonardo Da Vinci. Vi vorrei far riflettere anche sul disegno in sé. Questo infatti è rappresentativo del nuovo clima culturale che si respira nei secoli XV e XVI e che si sintetizza nell'espressione che ho utilizzato quale titolo di questo post: la centralità dell'uomo. 
Pur nella continuità storica, non va negata la specificità filosofica e storica della cultura rinascimentale nei confronti di quella medievale. La civiltà umanistico-rinascimentale si manifesta come una cultura nuova. Umanesimo significa riscoperta dell’uomo, Rinascimento significa rinnovamento, sviluppo filosofico e scientifico della cultura europea. Contro il medioevo, che aveva rifiutato la cultura antica, ritenuta pagana, gli umanisti riscoprono il mondo classico, ossia ricercano le radici classiche della tradizione d’Occidente, si richiamano a un’illustre tradizione di pensiero, su cui costruire un nuovo modello di cultura, capace di dar vita a un mondo in cui l‘uomo occupa il posto centrale. La filosofia rinascimentale attinge dal mondo classico l’affermazione l’uomo è artefice della propria fortuna. La dignità dell’uomo consiste nel forgiare sé e il proprio destino nel mondo. Mentre il Medioevo riteneva che l’uomo avesse un destino ultraterreno, cioè fosse parte di un ordine cosmico prestabilito, per il Rinascimento l’uomo deve costruire e conquistare il proprio posto nell’universo. Mentre nel Medioevo Dio è posto al centro e l’uomo alla periferia, ora si tende a porre l’uomo al centro e Dio in posizione meno centrale, ma non per questo si rifiuta l’aldilà. Il borghese rinascimentale, libero dal feudalesimo, non prova più il bisogno di evadere dal mondo terreno, ma anzi cerca di conquistarlo e interpreta la religione in funzione di questa conquista. Si manifesta nel 1500 uno spiccato interesse per il problema cosmologico. Umanesimo e Rinascimento sono caratterizzati da un fascino straordinario per il mondo e la natura. Nel medioevo prevaleva il dualismo, che poneva da una parte il mondo naturale e dall’altra Dio. Lo studio della natura era prevalentemente metafisico e non fisico. Nell’età umanistico-rinascimentale si considera la natura come l’ambiente in cui vive l’uomo. Lo studio della natura in quest’epoca esclude ogni presupposto soprannaturale; si studia la natura fisica e non più metafisica.