La scuola che ci piace
A. Costantini | Sono passati quarant’anni ormai, ma ho un ricordo
vivissimo delle lezioni di fisica del prof. Vallario. Un napoletano verace,
sulla cinquantina, bassino, calvo, brillante e spiritoso, che si faceva
costruire dagli artigiani che conosceva le attrezzature per le esperienze di
laboratorio. Le sue lezioni erano fatte esclusivamente di dimostrazioni
pratiche, esperimenti e batture spiritose. Non sembravano lezioni, ma
rappresentazioni teatrali, anche un po' comiche. Ricordo che tutti ci divertivamo, anche i
meno impegnati nello studio, e stavamo li ad ascoltare per due ore con attenzione,
a fare batture e a chiedere spiegazioni su quello che vedevamo. Quelle lezioni ci stupivano e ci coinvolgevano sempre.
Fare scuola significa saper coinvolgere, motivare, emozionare. Ecco, l’opera che ho visto a scuola in questi giorni non ti lascia indifferente: ti emoziona e ti coinvolge. Forse una ballerina classica in quattro momenti diversi della danza, oppure una ginnasta ritmica che esegue il suo esercizio con un nastro azzurro. Potrebbe essere l’una e l’altra cosa, ma non importa, quello che conta è la bellezza dell’opera e l’emozione che trasmette. Pare che con il nastro azzurro l'artista volesse rappresentare l’acqua come simbolo di Piedimonte e pare anche che volesse chiamare l’opera “la goccia scava la roccia non per la sua forza ma per la sua costanza”, forse per ricordare la funzione della scuola.
Sono sicuro, anche perché li ho visti con i miei occhi, che anche gli studenti che hanno partecipato al lavoro si siano emozionati, divertiti ed appassionati. Certamente, altrimenti molti di loro non avrebbero continuato le attività fino alla fine e in tempo di vacanze estive. E’ la scuola che mi piace, un po’ come quella del prof. Vallario. La scuola che “accende” il cuore degli studenti, che fa emergere le potenzialità di ciascuno, che trasmette conoscenza e valori quasi per gioco. Devo essere sincero e dire che non stravedo per i PON, ma mi tolgo il cappello davanti al modulo PON “Una scuola a colori”. La Scuola con la “s” maiuscola. Complimenti a tutti quelli che vi hanno preso parte in Isiss Matese.
Il video dell'opera

Fare scuola significa saper coinvolgere, motivare, emozionare. Ecco, l’opera che ho visto a scuola in questi giorni non ti lascia indifferente: ti emoziona e ti coinvolge. Forse una ballerina classica in quattro momenti diversi della danza, oppure una ginnasta ritmica che esegue il suo esercizio con un nastro azzurro. Potrebbe essere l’una e l’altra cosa, ma non importa, quello che conta è la bellezza dell’opera e l’emozione che trasmette. Pare che con il nastro azzurro l'artista volesse rappresentare l’acqua come simbolo di Piedimonte e pare anche che volesse chiamare l’opera “la goccia scava la roccia non per la sua forza ma per la sua costanza”, forse per ricordare la funzione della scuola.
Sono sicuro, anche perché li ho visti con i miei occhi, che anche gli studenti che hanno partecipato al lavoro si siano emozionati, divertiti ed appassionati. Certamente, altrimenti molti di loro non avrebbero continuato le attività fino alla fine e in tempo di vacanze estive. E’ la scuola che mi piace, un po’ come quella del prof. Vallario. La scuola che “accende” il cuore degli studenti, che fa emergere le potenzialità di ciascuno, che trasmette conoscenza e valori quasi per gioco. Devo essere sincero e dire che non stravedo per i PON, ma mi tolgo il cappello davanti al modulo PON “Una scuola a colori”. La Scuola con la “s” maiuscola. Complimenti a tutti quelli che vi hanno preso parte in Isiss Matese.
Il video dell'opera
