Bot, troller e social network

A. Costantini | Sembra che si stia diffondendo l’idea che sia meglio cercare la verità sui social network piuttosto che fidarsi dell’informazione dei cosiddetti media mainstream. Ma è davvero così? Cosa vediamo e cosa leggiamo sui social? Le piattaforme di social media non ci propongono semplicemente post degli account che seguiamo. Usano algoritmi per selezionare ciò che vediamo anche sulla base dei "Mi piace" o dei "voti". Un post viene mostrato ad alcuni utenti e più quelle persone reagiscono, positivamente o negativamente, più verrà evidenziato agli altri. Purtroppo, le bugie e i contenuti estremi spesso suscitano più reazioni e quindi si diffondono rapidamente ed ampiamente. Forse non tutti sanno che esistono “eserciti” di bot e troller che, operando in modo coordinato, creano l’illusione della grande diffusione di una certa informazione o argomento, oppure l'illusione della popolarità di politici e altri personaggi. Attenzione quindi, grande diffusione non vuol dire verità! Il bot, abbreviazione di robot, è un software in grado di emulare in automatico il comportamento di un essere umano, mentre il troll è un falso profilo gestito da un umano. Sia i bot che i troll sono utilizzati per influenzare qualsiasi discussione, post o messaggio online. Esistono account che postano centinaia di volte al giorno, molto più di quanto potrebbe fare un essere umano. Questi falsi account sono chiamati “sock puppets” (marionette con calzino), per ricordare la mano nascosta di una persona che parla attraverso un'altra identità. In molti casi, questo inganno può essere facilmente rivelato con uno sguardo alla cronologia dell'account. I troll, invece, spesso non si preoccupano tanto dei problemi quanto di creare divisione e sfiducia. Più che alimentare il disaccordo, i troll vogliono incoraggiare la convinzione che la verità non esista più. Le loro devastanti strategie sono: dividere e conquistare, diffidare di chiunque possa fungere da leader o voce fidata, demoralizzare, confondere. Quando vediamo un post che ha milioni di “Mi piace”, una parte di noi pensa che debba riflettere l'opinione pubblica. In realtà l'intera società viene sottilmente manipolata per credere di trovarsi su lati opposti di molte questioni, quando pur esiste un legittimo terreno comune. Le piattaforme social sono state lente ad agire e porre rimedio. Purtroppo, la disinformazione è un motore per l'utilizzo delle piattaforme e fa bene agli affari. La mancata azione è stata spesso giustificata da preoccupazioni sulla libertà di parola. La libertà di parola include il diritto di creare 100.000 account falsi con lo scopo esplicito di diffondere bugie, divisione e caos? L'articolo su casertasera.it