Amplificatori

A. Costantini | (la videolezione) Premesso che gli amplificatori sono tra i sistemi più diffusi nella pratica e che solo una minima parte di essi é utilizzato in campo audio, é utile far riferimento al settore audio per descrivere più semplicemente certi concetti.
Un segnale elettrico generato da una sorgente acustica, come un segnale proveniente da un microfono, deve essere correttamente amplificato prima di arrivare ai diffusori. Il percorso che il segnale compie viene chiamato catena di amplificazione e nella figura seguente ne viene proposto un esempio.
ampjpg

Il segnale elettrico proveniente dal microfono ha un'ampiezza molto bassa, che ne rende difficile la manipolazione dunque il compito di un preamplificatore è quello di aumentare l'ampiezza del segnale ossia il suo voltaggio. La misura dell'amplificazione è data dal guadagno che esprime in dB il rapporto tra la tensione di uscita e la tensione di ingresso:

Av = 20log(Vo/Vi)                  Guadagno di tensione

Per esempio l'ampiezza media di un segnale generato da un microfono elettrodinamico è di 0.2 mV. Dopo il passaggio attraverso lo stadio di preamplificazione l'ampiezza diventa dell'ordine dei 200 mV (questi sono solo valori indicativi che servono a capire l'azione del preamplificatore sul segnale). Una volta che il segnale è stato manipolato, viene spedito allo stadio di amplificazione vero e proprio. In questo caso l'ampiezza ha già il valore desiderato, quello che manca al segnale è la potenza per poter pilotare l'altoparlante. Per questo l'amplificatore finale è un amplificatore di potenza nel senso che aumenta la potenza del segnale; la misura di questo aumento è data dal guadagno che esprime in dB il rapporto tra la potenza di uscita e la potenza di ingresso:

Ap = 20log(Po/Pi)                 Guadagno di potenza

A questo punto il segnale ha tutte le caratteristiche necessarie per pilotare un altoparlante.