I condensatori in pratica

A. Costantini | (la videolezione) Contrariamente a quanto accade per le resistenze, i condensatori hanno un'ampia varietà di codici che descrivono le loro caratteristiche. I condensatori molto piccoli sono particolarmente difficili da leggere a causa dello spazio limitato per la stampa, mentre quelli di dimensioni più grandi offrono un maggior spazio e quindi caratteri più leggibili. Ricordiamo che l ’unità di misura della capacità di un condensatore è il Farad, ma essendo molto grande si utilizzano i sottomultipli: millifarad (simbolo mF) equivale ad un millesimo di farad (10ˉ ³ F);  microfarad (simbolo μF) equivale ad un milionesimo di farad (10ˉ ⁶ F);  nanofarad (simbolo nF) equivale ad un millesimo di milionesimo di farad (10ˉ⁹F);  picofarad (simbolo pF) equivale ad un millionesimo di milionesimo di farad (10ˉ¹² F). Inoltre essendo presente un dielettrico (materiale isolante posto fra le armature) il costruttore ci dovrà fornire la massima tensione applicabile alle armature, nonché la tolleranza relativa al valore della capacità. Questi tre valori dovranno essere indicati dal costruttore sull’involucro del condensatore, oltre a qualsiasi altra informazione utile per l’utilizzo del componente (ad esempio la temperatura). Se il condensatore è di grandi dimensioni , come gli elettrolitici, il valore di capacità sarà riportato su di un lato,  se invece è di piccole dimensioni troveremo l’utilizzo di abbreviazioni e codici.  Su alcuni condensatori è indicata la tolleranza, ovvero l'intervallo massimo di capacità rispetto al valore nominale del dispositivo. Non si tratta di un parametro importante per tutti i circuiti, ma se si ha bisogno di una certa precisione nella capacità è necessario prestare attenzione. Ad esempio, un condensatore da 50 µF con una tolleranza di ±5% significa che il suo valore nominale é compreso tra 5,25 e 4,75 µF. Se non troviamo alcuna percentuale sul condensatore, bisogna cercare una lettera singola dopo il valore di capacità o su una riga a parte: M corrisponde alla tolleranza del 20%, K al 10% e J al 5%   Se sul condensatore c'è spazio, il produttore spesso scrive la tensione, come un numero seguito da V, VDC, VDCW o WV (che sta per working voltage, tensione di lavoro) Il valore è la massima differenza di potenziale che il condensatore può sopportare. E' buona norma, quando si sostituire un condensatore guasto con uno nuovo, utilizzare un condensatore che abbia un valore di tensione pari o superiore, ma mai inferiore. Nel caso si abbia il sospetto che sul condensatore la tensione sia espressa con un codice di cui non si conosce il significato oppure se non è presente alcun simbolo, e opportuno utilizzare il condensatore solo nei circuiti a bassa tensione.  Alcuni condensatori, come gli elettrolitici, hanno le polarità e vengono detti condensatori polarizzati, accanto ai terminali si noteranno i simboli + o –, inoltre se sono nuovi il terminale positivo è più lungo del negativo. In fase di montaggio o di misura bisogna assicurarsi di collegare il terminale positivo al positivo del circuito, il condensatore potrebbe provocare un corto circuito, o persino esplodere.  Alcuni condensatori usano codici a barre colorate per definire la capacità oppure un cerchio scavato nel dispositivo per segnalare la polarità.