(la videolezione) I filtri passivi sono circuiti elettronici analogici che modificano la risposta in frequenza di un segnale in ingresso, attenuando (riducendo) o bloccando determinate frequenze e permettendo ad altre di passare. Sono chiamati "passivi" perché non usano componenti attivi (come transistor o amplificatori operazionali) e non richiedono alimentazione esterna, ma sono costruiti unicamente con elementi passivi come resistenze (R), condensatori (C) e induttori (L). La loro semplicità e il basso costo li rendono ideali per molte applicazioni, sebbene non possano amplificare il segnale. Esistono quattro tipi principali di filtri passivi, ciascuno con una funzione specifica: il filtro passa-basso (che fa passare le basse frequenze e attenua le alte), il filtro passa-alto (che fa passare le alte frequenze e attenua le basse), il filtro passa-banda (che fa passare solo una specifica gamma di frequenze) e il filtro elimina-banda (che blocca una banda di frequenze e lascia passare le altre). La loro efficacia dipende dalla frequenza di taglio, il punto in cui il segnale viene attenuato di 3 dB (circa il 70.7% dell'ampiezza massima).

Applicazioni pratiche
Audio: per dividere il segnale in frequenze basse, medie e alte nei crossover degli altoparlanti.
Telecomunicazioni: per isolare canali e filtrare rumore RF.
Strumentazione analogica: per ridurre interferenze nei segnali sensibili (es. da sensori).
Alimentazione: per attenuare ripple e disturbi dalle tensioni DC.
EMI Filtering: contro le interferenze elettromagnetiche in ingressi/uscite.
Vantaggi dei filtri passivi
Non richiedono alimentazione
Sono stabili e affidabili
Possono lavorare ad alte frequenze
Sono spesso più semplici da progettare rispetto ai filtri attivi